๐uarda Io vivo altrove (2023) ๐ilm ๐ompleto, Io vivo altrove ๐คtreaming ๐ta, Io vivo altrove ๐คtreaming ๐ltadefinizione, Io vivo altrove ๐คenzalimiti ๐๐๐๐, Io vivo altrove ๐คcarica
โ๏ธ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐ โถ Io vivo altrove Film Completo
Io vivo altrove! è un film di genere commedia del 2023, diretto da Giuseppe Battiston, con Giuseppe Battiston e Rolando Ravello. Uscita al cinema il 19 gennaio 2023. Distribuito da Adler Entertainment.
Trama Io vivo altrove
Io vivo altrove!, il film diretto da Giuseppe Battiston, vede protagonisti Fausto Biasutti (Giuseppe Battiston) e Fausto Perbellini (Rolando Ravello). I due, oltre ad avere lo stesso nome, hanno la passione per la fotografia e odiano vivere in città. Si incontrano per la prima volta in occasione di una gita in campagna per amanti della fotografia del paesaggio e nasce subito un'amicizia tra i due. Approfondendo la conoscenza scoprono di avere il grande sogno di abbandonare la grande città e trasferirsi in campagna a contatto con la natura.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".